Durante il loro incontro, i Giovanissimi di AC hanno vissuto un momento di profonda riflessione e condivisione, guidati dal passo evangelico di Luca (Lc 5,1-11), intitolato per l’occasione “Chiamati a Servire”. Questo pericope ha consentito loro di confrontarsi con l’essenza della fede, interrogandosi sulla chiamata che Gesù rivolge a ciascuno di noi: prendere il largo, gettare le reti e affidarci a lui.
Scavare nel profondo di sentimenti e paure
Per aiutare i ragazzi a comprendere meglio questo messaggio, sono state elaborate una serie di domande-chiave, che hanno permesso loro di scavare nel profondo dei sentimenti e delle paure. Ecco alcune delle riflessioni emerse durante l’incontro.
Gesù dice “non temere”. Ma quali sono i nostri timori?
I ragazzi hanno condiviso le loro paure, spesso legate al sentirsi inadeguati o incapaci di raggiungere i propri obiettivi.
Il timore di essere esclusi o di non essere accettati è emerso come una delle paure più comuni.
È stato un momento di ascolto sincero, che ha permesso a ciascuno di sentirsi compreso e accolto.
Come reagisco all’invito di Gesù: getta le reti e seguimi?
Questa domanda ha aperto la strada a riflessioni sul coraggio di fidarsi, sulla forza necessaria per prendere decisioni importanti e sulla difficoltà di rispondere alla chiamata quando ci si sente insicuri. È emersa la necessità di non temere il fallimento e di avere fede, anche quando la strada non sembra chiara.
Nel nostro lavoro, sentiamo e vediamo ciò che ci circonda?
Un’occasione per riflettere sulla nostra capacità di essere presenti nel mondo, di cogliere i bisogni degli altri e di riconoscere la bellezza della comunità che ci circonda: molti hanno ammesso quanto sia facile perdere di vista ciò che conta davvero quando ci si concentra solo sui propri obiettivi.
“Non abbiamo pescato”. Dinanzi ai fallimenti, qual è la nostra reazione?
Parlare di fallimento è stato un momento intenso e personale.
I ragazzi hanno condiviso le loro reazioni quando i loro sforzi non portano ai risultati sperati e hanno espresso il desiderio di avere il coraggio di andare avanti anche dopo una delusione, confidando nel fatto che Gesù è sempre accanto a loro.
Il mio mondo è calmo o in tempesta? Ho una barca su cui salire, una comunità con cui condividere la giornata, il lavoro, l’incontro con Cristo?
Questa domanda ha stimolato una riflessione profonda sulla necessità di avere una “barca”, una comunità che sia capace di sostenere, specialmente nei momenti di difficoltà.
In questo modo, è stata riscoparta l’importanza di avere accanto delle persone che condividono il cammino e aiutano a mantenere viva la fede.
Essere felici: una scelta essenziale
Un tema importante è emerso da questo incontro, quello della felicità.
I ragazzi hanno riflettuto su quanto sia essenziale riuscire a vivere con gioia e soddisfazione e su come la felicità non sia solo un traguardo, ma una scelta e un cammino da costruire ogni giorno. Riconoscere i momenti di difficoltà e saperli affrontare con il supporto di chi ci sta accanto è un passo fondamentale verso una vita piena.
L’incontro si è rivelato un’occasione preziosa per rafforzare i legami interpersonali e per ricordare che non siamo soli nelle sfide della vita. La riflessione personale e il confronto aperto hanno permesso di comprendere quanto sia importante appartenere a una comunità che accompagna, ascolta e sprona a crescere.