L’inizio del nuovo anno scolastico è occasione privilegiata del Vescovo, Mons. Luigi Martella, per rivolgere il suo augurio agli studenti e, indirettamente, ai loro docenti. Di seguito il messaggio integrale
«Carissimi, mentre la scuola riapre i battenti, non mi lascio sfuggire l’occasione di darvi un segno della mia vicinanza e del mio affetto. So che siete in possesso di computer e smartphone, e che, magari, sarebbe stato più consono al vostro modo di comunicare, porgervi gli auguri con WhatsApp. Ma voi mi consentite di ricorrere ad uno strumento tradizionale e più congeniale alle mie abitudini, vale a dire, alla classica lettera che potete avere tra le mani. Vorrei affidarvi qualche pensiero che parte dal cuore, evitando di indulgere a lamenti e denunce, condizionato dai tempi difficili che stiamo attraversando e che sembrano non finire mai. Sento, invece, l’obbligo di farvi partecipi di un impegno, di portare cioè la determinazione e il coraggio di chi ha scelto di non rassegnarsi a pensare che tutto questo sia normale e inevitabile; di chi si sta spendendo per cambiare le cose a partire dal suo piccolo, convinti che, per trasformare la società, non basta la denuncia, ma occorra un cambiamento personale.
L’eco delle tempeste sociali, le inconcludenti discussioni quotidiane che riempiono gli schermi televisivi, le tristi visioni dell’avvenire deprimono, rubano l’entusiasmo e consumano tempo prezioso. Il tempo, si sa, non aspetta. Spesso mi ritornano in mente le parole di papa Francesco rivolte in più occasioni ai giovani: “Non lasciatevi rubare la speranza!”, e penso che più avremo speranza quanto più in alto fisseremo lo sguardo. Ho letto, di recente, con piacevole sorpresa, a proposito di un film su Giacomo Leopardi, presentato alla mostra di Venezia di quest’anno, che il poeta torna di attualità. Ammesso che un grande come lui abbia mai smesso di esserlo. Il titolo del film è Il giovane favoloso. In esso, commentava l’articolista, troviamo un segno del rinnovato interesse per il poeta di Recanati; la sua ricerca di Infinito intriga e affascina, soprattutto i giovani. E, a conferma di tale esigenza fondamentale, che riaffiora nei giovani, vi sono, per fortuna, tanti altri segnali. Dicendo questo, desidero rassicurare tutti voi, cari ragazzi, che è lontana da me l’idea di distrarre dalla cose di questa terra. Tutt’altro! Penso invece di allontanare il pericolo del fatalismo e della rassegnazione. Sono convinto infatti che “fissare in alto lo sguardo” significhi dare importanza agli impegni ordinari della vita. Per voi, cari ragazzi, la scuola è impegno quotidiano ed è l’occupazione prioritaria. Essa è palestra di vita e la cultura aiuta a vivere bene.
Mi auguro, pertanto, che il vostro impegno nelle varie discipline favorisca soprattutto l’appuntamento con la propria coscienza, affinché aiuti a capire il bene e il male che ognuno può scegliere e fare, assumendosi la propria responsabilità. Buon lavoro».