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É stata una grande gioia per la comunità parrocchiale di San Bernardino poter partecipare alla prima Santa Messa di don Antonio Picca questa domenica mattina, 15 settembre, dopo la sua ordinazione sacerdotale di sabato 14 settembre. Un evento arricchito anche dalla pia partica delle Dodici Stelle in onore dell’immacolata Concenzione. Presenti alla celebrazione eucaristica don Pasquale Rubini, parroco di San Bernardino e vicario foraneo di Molfetta, don Nicola Tempesta, parroco dell’Immacolata, don Nuzio Palmiotti, Vicario giudiziale e Promotore di Giustizia presso il Tribunale Ecclesiastico Diocesano, don Franco Sancilio, vicario parrocchiale dell’Immacolata, don Giuseppe Germinario, docente di Patrologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Foggia, don Luigi Ziccolella, segretario del Vescovo e studente di Antropologia Teologica presso la Facoltà Teologica Pugliese di Molfetta, Ignazio de Nicolo, collaboratore parrocchiale presso la comunità Sant’Achille di Molfetta e accolito.
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«La vostra presenza in Chiesa è segno della bellezza della Chiesa. Noi siamo una grande famiglia, la famiglia dei figli di Dio in virtù della fede e dei sacramenti ricevuti. Nel popolo di Dio, nella Chiesa, risplende in virtù dell’ordinazione sacerdotale, il Sacerdote, colui che rappresenta Gesù Cristo, capo e Signore, guida e pastore della Chiesa. Don Antonio ieri (14 settembre, ndr) è stato trasformato a immagine e somiglianza di Cristo – l’introduzione di don Pasquale -. L’essere signore nella Chiesa significa metteris a servizio, cioè donare la salvezza che a lui è stata affidata. Da eri lui ha il potere, la possibilità di comunicare l’amore di Dio in modo straordinario, annunciando la Parola. Quando don Antonio parlerà, sarà Gesù stesso a parlare mediante la sua voce. Guiderà poi il popolo di Dio in modo indefettibile, ogni qual volta si metterà in ascolto della Parola del Signore».
«Con le parole dell’apostolo Paolo a Timoteo voglio rendere grazie al Signore per l’immenso dono del presbiterato. In questi giorni molti mi hanno chiesto “perché ti sei fatto prete”. La domanda è giusta per il mondo che vede un prete come una occupazione, ma errata, perchè dimentichiamo le parole del Signore: non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi – ha così esordito don Antonio nella sua omelia -. Il sacerdozio è una vocazione, un invito, una chiamata. Io certamente non ho meritato questa chiamata, ma il Signore mi ha giudicato degno di fiducia».
Ha poi descritto la figura del sacerdote, come «uomo della Parola di Dio, scelto e mandato da Dio». Cosa deve insegnare il sacerdote? «Nient’altro che la Parola di Dio, la verità su Dio, su Cristo e sull’uomo». «Al sacerdote l’uomo contemporaneo – ha aggiunto don Antonio – chiede Cristo, unicamente Cristo».
«Fra le dinamiche imprescindibili della misercirodia resta quella dell’uomo giusto. Il sacerdote è un uomo della misericordia per antonomasia, ma lo è realmente solo quando la sua vita è incarnata nella Misericordia. É in questa dinamica che il sacerdote riconosce se stesso come oggetto della Misericordia di Dio, si riconsoce come alter christus. – ha continuato don Antonio Picca, che ha anche spiegato la figura del padre presentata nel Vangelo del giorno (parabola del Padre misericordioso) -. La vita cristiana è un continuo ritorno alla casa del Padre, mediante la conversione del cuore che presuppone il desiderio di cambiare per mezzo del sacramento del perdono, in cui confessando i nostri peccati ci rivestiamo di Cristo, ridiventiamo suoi fratelli».
Don Antonio ha poi concluso la sua omelia con l’invito di Sant’Ambrogio: «Non avere timore che Dio non ti accolga: in realtà, Dio non gode che i viventi vadano perduti. Già ti corre incontro al vederti tornare e ti si getta al collo – infatti il Signore rialza i prostrati. Ti darà un bacio pieno di pietà e di amore, ti farà portare la veste bella, l’anello, i calzari. Tu ancora tremi per averlo offeso, ma egli ti restituisce il tuo splendore; tu hai paura del castigo, ma egli ti porge un bacio; tu ti aspettavi una invettiva, ma egli ti invita a pranzo. Riconosci il tuo torto, affinché interceda per te Cristo, che noi abbiamo come avvocato presso il Padre; affinché supplichi per te la Chiesa, versi le sue lacrime di popolo. Non avere paura di non potere conseguire quanto chiedi. Come tuo avvocato ti assicura il perdono, come tuo patrono ti promette la grazia e come difensore ti garantisce la riconciliazione con la pietà paterna».
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Affidato alle parole di Nicola Petruzzella, presidente di Azione Cattolica parrocchiale, il saluto della comunità parrocchiale. «Don Antonio, la nostra comunità è in festa e gioisce per la tua ordinazione sacerdotale. Ringraziamo il Signore per il dono della tua presenza in mezzo a noi, sin da quanto hai frequentato il cataechismo. Sono numerosi i pensieri e i ricordi che riaffiorano alla mente di ciscuno di noi. Molteplici le esperienze vissute insieme e, allo stesos tempo, percorsi diversi vissuti e condivisi a distanza – ha esordito Nicola Petruzzella -. Questa comunità è grata al Signore per aver accompagnato il tuo periodo di discernimento. Abbiamo seguito discretamente il tuo percorso e visto sempre più vivo il desiderio di conformati a Cristo Gesù. Adesso inizia per te un nuovo tempo, in cui non sarai mai solo».
Da oggi la comunità parrocchiale di San Bernardino si impegna a pregare per don Antonio, non come prima, ma più di prima, perchè, come affermato da don Pasquale, «lo sentiamo nostra carne e nostro sangue, nostro fratello maggiore, figlio e amico». La comunità parrocchiale «ti agugura di essere sempre felice perché tu hai scelto il meglio che c’è nel modo, ovvero essere sacerdote, ma lo ha scelto il Signore per te quando ti ha fatto sentire il suo progetto di amore per te».
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