Nel precedente numero del giornale parrocchiale, abbiamo aperto una finestra sulla visita pastorale che il Venerabile don Tonino Bello realizzò nella nostra comunità parrocchiale nel gennaio del 1991. Abbiamo riportato alcuni interessanti passaggi della lettera del Vescovo indirizzata ai parrocchiani. Su questo numero ci soffermiamo su alcuni passaggi del suo messaggio indirizzato ai ragazzi.
a cura della Redazione«[...] Immagino che anche nel vostro cuore ci sia tanta tristezza perché vedete questa sofferenza del mondo. [...] E io vi vorrei felici di vivere, capaci di innamorarsi delle cose belle della vita, del cielo, della terra del mare, delle persone che vi attraversano la strada che camminano insieme con voi, poveri e ricchi, quelli che abitano nel vostro condominio e quelli che sono lontani.
Amate la gente senza chiedere nulla in contraccambio. Anche quando l’altro non potrà darvi più nulla di buono, amatelo. Non vogliate bene ai vostri compagni soltanto perché sono bravi, perché scambiano con voi tante cose; vogliate bene anche a coloro che non vi danno nulla.
Alla stazione di Bolzano, nella sala d’aspetto, c’era tanta gente quella notte di Capodanno al termine della marcia della Pace. Era venuta lì a dormire perché c’era il riscaldamento. Io aspettavo il treno. Si è seduta accanto a me una vecchietta. Era sporca e maleodorante. Ha mangiato qualcosa imbrattandosi tutta la faccia. Poi si è messa a russare. E io ho detto: questa è un frammento di santità, una reliquia. [...]
Sapete qual è l’opposto del verbo amarsi? Aggiungete una R: armarsi. Quando ci si arma, inesorabilmente ci si odia.
Ve lo dico con molta fermezza, con molta libertà, e con molto rispetto: quando si costruiscono le armi, necessariamente devono essere usate. Chi fabbrica le armi, vuole che siano vendute e consumate. E le armi si consumano uccidendo.
[...] Ricordatevi sempre: amarsi. Ci troviamo in un momento molto triste, in cui questa parola, questo verbo è spesso sostituito da quell’altro: armarsi. Sulla terra c’è ancora da promuovere una grande e incontenibile opera di giustizia perché ognuno abbia il suo pane e lo mangi insieme con gli altri. Sì, perché questa è la pace: mangiare il pane insieme con gli altri!
[...] Voi amate la vita, amate i vostri giorni, aiutate gli altri a vivere. E quando succede qualche discussione tra voi, non risolvetela con la mano chiusa a pugno, ma sempre con la mano nella mano dell’altro».