RUBRICA SULLA FAMIGLIA ▪ Amore coniugale, la differenza che unisce

Scrivo, quasi di getto, dopo aver avuto la notizia della scomparsa di mio padre. Tonando a casa, ho iniziato a pensare cosa i miei genitori, che solo un anno fa, hanno compiuto 50 anni di matrimonio, mi hanno insegnato sull’amore coniugale. Due persone, per quanto diverse fra loro, perché decidono di stare insieme e suggellare questa scelta nel Signore con un patto indissolubile («finché morte non vi separi»)? Solo perché dicono di credere in Dio?

Questa domanda ha fatto riaffiorare una serie di ricordi infiniti, ma quello che risaltava davanti a miei occhi era sempre una sola cosa, che, secondo me, non può prescindere in un rapporto duraturo: la differenza che unisce.

Io ho visto, per anni, solo un coniuge recarsi in chiesa e l’altro, a causa delle esperienze vissute, non essere minimamente interessato. Questo, però, non ha mai indotto i miei genitori ad allontanarsi l’uno dall’altro: mentre uno continuava ad essere lontano dalla Chiesa, l’altro accettava con amore quella scelta, senza aspettarsi un cambiamento, ma solo pregando. Questo non è stato un “sopportare” passivamente le scelte dell’altro, ma un andare incontro all’altro, un attraversare insieme il solco che pian piano è stato riempito, fino al punto in cui entrambi hanno imboccato la stessa strada, partecipando attivamente alla Messa e condividendo una vita spirituale nuova.

Esiste solo una cosa che può colmare il solco tra i due e portarli ad un’unione duratura: l’Amore. Non sto parlando dell’amore terreno, quello che passa, quello che dura finché dura, ma sto parlando dell’Amore con la A maiuscola, che non deriva da noi umani, ma da Dio che ci ha amati fino in fondo. Fino a dare la vita.

Di questi episodi ne potrei raccontare tanti, ma non vorrei dilungarmi e tediarvi. Vorrei riportarvi, invece, una frase che, con mia moglie, abbiamo deciso di inserire nei biglietti di invito del nostro matrimonio: «Amare non è guardarsi negli occhi, ma guardare nella stessa direzione» (Antoine de Saint-Exupéry). Credo che questa frase sintetizzi molto ciò che ho scritto in questa mia piccola riflessione, perché ci si può guardare l’un l’altro, ma se non si guarda nella stessa direzione il cammino insieme sarà molto breve.

parrocchia san bernardino molfetta - rubrica famiglia amoris laetitia - relazione amore coniugaleL’Amore coniugale va, quindi, vissuto come felice dono: dono di Dio agli sposi, dono degli sposi fra loro e al mondo.

Quanto è vero questo, quanto frutto porta ciò che i coniugi sanno donare, e non solo ai propri figli. Si realizza intorno a loro l’Amore universale: anche la più piccola parte di mondo, anche il vicino di casa, sente dentro sé e respira fuori di sé, un’aria nuova, ricca di bellezza. Piccoli atti d’amore possono rendere la coppia - e poi l’intera famiglia - un grande dispensatore di bellezza, di serenità.

Pur non senza difficoltà, quante testimonianze, i coniugi che vivono così, potrebbero raccontare.

Tutto questo ha un ritorno, spesso inaspettato, e arricchisce ancora di più la coppia. Di cosa? Ancora di Amore. Amore che diviene Unità, anche nella propria intimità, realizzando ciò che la scrittura ci dice: «diverranno una cosa sola».

Scriveva San Giovanni della Croce: «Dove non c’è amore, metti amore e troverai amore». È una bella e vera realtà che vale sempre e per tutto, ma nel rapporto coniugale bisogna saperla custodire e curare, aiutarla a crescere. Non è semplice, la tentazione più grande è il nostro egoismo e la preferenza, come spesso accade, è quella di dedicarsi alla sola cura dei figli, quando ci sono, o dei genitori, alle nostre passioni, al nostro modo di pensare, che vede l’io al centro di tutto.

Ecco, allora che la differenza e la distanza crescono, il solco può diventare profondo. Ma, come dice Chiara Lubich, «Uno solo è l’Amore». Se viviamo le parole del Vangelo, troveremo la strada che ci porta a dare peso e dimensione “veri” ad ogni persona o cosa che vogliamo amare, nella “Sua volontà”. E questo è tutto, tutto ciò che dovrebbe “essere” per noi cristiani: essere nella Sua volontà. Ed è l’amore più grande, che ci rende santi agli occhi di Lui.

 
 

Salvatore Fabiano e Concetta Baudo, Gruppo Famiglia parrocchiale e Associati al Movimento dei Focolari

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