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Potremmo considerarlo il “patrono minore” della Parrocchia San Bernardino, che per onorarlo, come di consuetudine, ha organizzato dal 9 al 17 marzo la Santa Novena (Novena e Messa ore 8.00 – Rosario ore 18.00, Messa e Novena ore 18.30). Infatti, San Salvatore da Horta, anno dopo anno, raccogliere sempre più devoti, fedeli e, in particolare, associati che si affidano alla sua intercessione. Anzi, è ricordato dai fedeli come taumaturgo, uno dei più grandi della storia della Chiesa, tanto che per numero e straordinarietà di miracoli può essere accostato a Sant’Antonio da Padova, anch’egli frate minore e originario della penisola iberica.
Allo stesso modo, la pia devozione per questo Santo, araldo di umiltà e straordinaria fede nel Signore, è una delle peculiarità della comunità della Parrocchia San Bernardino. Tra l’altro, la comunità dei frati minori Osservatori detti Zoccolanti che occupava il convento di San Bernardino doveva essere molto devota a San Salvatore da Horta, santo che in vita era stato proprio frate di questo particolare ordine di francescani.
In particolare, il prossimo 18 marzo (domenica) i parrocchiani e i fedeli potranno liberamente partecipare a dei momenti di convivialità (alle ore 17.30 partirà dal sagrato della parrocchia il consueto corteo storico degli sbandieratori), mentre la Santa Messa sarà celebrata alle ore 19.00. Alle ore 20, a conclusione della Santa Messa, di fronte la Parrocchia, si svolgerà lo spettacolo degli sbandieratori. A seguire, la lotteria di beneficenza, il cui ricavato sarà devoluto alle opere di carità della parrocchia.
Domenica e sabato, inoltre, saranno offerti alcuni dolci tipici molfettesi. anche in questo caso, il ricavato sarà devoluto alle opere di carità della parrocchia.
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La figura del Santo taumaturgo affascina non solo per i numerosi miracoli compiuti, ma, in particolare, per l’eroica vita vissuta in conformità del Vangelo. Come accadeva per Gesù, quando percorreva le strade della Galilea, intorno a fra Salvatore s’affollavano ogni giorno migliaia di persone, che ricorrevano a lui per le più svariate richieste di grazie, animati dalla speranza che il Signore, per i meriti del suo servo Salvatore, potesse concedere loro la salute.
Nessuno di quelli che ricorrevano a fra Salvatore era mandato via a mani vuote e senza essere stato accolto benignamente, ma, chi non tornava a casa guarito nel corpo, andava via con la consapevolezza di aver incontrato Dio in quell’umile figura di francescano e con il cuore colmo della vera pace. Fra Salvatore, tuttavia, non voleva in alcun modo che i miracoli fossero attribuiti a lui, perché così si sarebbe rubato al Signore l’onore e la gloria: perciò, come raccontano alcuni storici dell’epoca, fuggiva rapidamente, perché nessuno potesse avere il tempo di formulare una qualche lode nei suoi confronti, cosa che gli provocava indicibile dolore, poiché sentiva profondamente il suo nulla e la sua miseria. Ed è proprio questo l’esempio che fra’ Salvatore dona alla comunità cristiana e ai suoi devoti: l’umile semplicità di soccorrere i fratelli, l’essere misericordiosi e compassionevoli e, soprattutto, il porgere l’orecchio alla voce del Signore per compiere la sua volontà.
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