Da qualche anno nella Parrocchia di San Bernardino in Molfetta si è ripresa la Pia Pratica delle Dodici Stelle in preparazione alla novena che si celebra dal 28 al 7 dicembre. Questa Pia pratica è un momento di preghiera in cui si medita sulle qualità della Vergine Santa: questi momenti sono dei veri e propri tesori che rendono ancora più meravigliosa la devozione all’Immacolata. Per dodici sabati si alternano Associazioni e Confraternite Mariane per pregare la Vergine con la comunità della parrocchia san Bernardino.
Ieri sera la Confraternita dell’Immacolata, l’Associazione femminile e la comunità parrocchiale hanno accolto la Venerabile Confraternita dell’ Addolorata e San Domenico di Taranto, tra le più antiche in Italia, per la celebrazione eucaristica e la pia pratica della Stella.
La venerabile Confraternita dell’ Addolorata e San Domenico, fondata nel 1670, trae le sue origini e le sue tradizioni liturgiche e popolari dapprima dall’Ordine dei Padri Predicatori di San Domenico e successivamente dalla spiritualità dei Servi di Maria. Il culto della Madonna Addolorata è stato poi introdotto da Vincenzo Cosa, padre spirituale della congrega nel sec. XVIII, che donò la statua raffigurante la Vergine. Il “pellegrinaggio della Vergine Addolorata” del Giovedì Santo, che ha reso la Confraternita famosa nel corso dei secoli in tutto il mondo, durante il quale i confratelli visitano gli altari della reposizione portando in processione la statua dell’Addolorata, risale al 1872: poco prima della mezzanotte del Giovedì Santo, la processione dell’ Addolorata si avvia dalla chiesa di San Domenico Maggiore con i confratelli che avanzano a un passo lentissimo, detto “nazzecàte”, per poi terminare verso le ore 14 del Venerdì Santo.
Come ha spiegato il Priore tarantino durante il saluto finale alla comunità riunita per la Settima Stella, l’ing. Raffaele Vecchi, la Confraternita negli ultimi due anni, pur valorizzando le sue secolari tradizioni, ha inteso seguire i costanti incitamenti di Papa Francesco alla carità organizzando e avviando numerose opere di carità, «per essere faro per i ragazzi, in modo da far vivere loro la carità incarnata nel sociale che è prerogativa intoccabile della Chiesa del terzo millennio». Cardini delle loro iniziative sono, infatti, fede e carità e forte è il loro impegno nella centro antico di Taranto, dove è ubicata l’abazia, in uno dei quartieri più poveri. La loro attenzione è rivolta a 50 famiglie povere cui provvedono portando loro quotidianamente generi di prima necessità. Si offrono per il doposcuola a 60 bambini disagiati del quartiere e si occupano di opere di carità. Inoltre, visto la collocazione di Taranto sullo Ionio, mare da cui arrivano i barconi della disperazione provenienti dai Paesi di guerra, hanno abbracciato il “Progetto CASA”, in collaborazione con l’operazione “Mare nostrum”: distribuiscono litri di latte a tutti i bambini immigrati che giungono sulle coste italiane.
È stato questo incontro non solo un forte momento di preghiera comunitaria, ma ha anche offerto la possibilità alla Confraternita dell’Immacolata di contribuire al “Progetto CASA “, donando litri di latte. Alla fine della celebrazione le due Confraternite hanno sottoscritto l’atto di gemellaggio nel nome della Vergine Maria.
La Madonna ha sorretto sempre nel corso dei secoli la Chiesa, le famiglie e ogni fedele: per questo la comunità si rivolge a Lei nella certezza che la venerazione della Vergine Santa ci aiuterà a vivere più profondamente i misteri della salvezza, sperimentandone l’efficacia e assaporandone la fruttuosità.
Anna Maria Farinola
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