«Affinché la devozione all’augustissimo Cuore di Gesù produca i più copiosi frutti nella famiglia cristiana e perfino nell’intera umanità – ha insegnato il Venerabile Pio XII nell’enciclica “Haurietis Aquas” -, i fedeli abbiano cura di unirvi strettamente la devozione al Cuore Immacolato della Madre di Dio» (§ 84). Nella Sacra Scrittura, il vocabolo “cuore” è alla base del rapporto religioso-morale dell’uomo con Dio. Il cuore è al centro di tutta la vita spirituale dell’uomo; è principio di vita, memoria, pensiero, volontà, interiorità: il cuore è inteso come sede dell’incontro con Dio.
L’espressione “Cuore Immacolato”, applicato a Maria, è divenuta di uso corrente in seguito alla definizione del dogma dell’Immacolata Concezione (Beato Pio IX), l’8 dicembre 1854 con la bolla “Ineffabilis Deus”, e raggiunse la massima diffusione negli anni 1942-1952, a motivo degli avvenimenti di Fatima che determinarono la consacrazione del mondo al Cuore Immacolato.
L’origine storica della festa è abbastanza recente, come è ricordato nell’Esortazione apostolica “Marialis Cultus” (2 febbraio 1974) del Servo di Dio Paolo VI che annovera la memoria del Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria tra le «memorie o feste che esprimono orientamenti emersi nella pietà contemporanea» (MC 8). Giovanni Eudes (1601-1680) che fu padre, dottore e primo apostolo di questa devozione, come risulta dalle dichiarazioni (1903) di Papa Leone XIII e, nel 1909, di S. Pio X, non separava mai i due Cuori nei suoi progetti liturgici. Con alcuni suoi discepoli, nel 1648, il Santo cominciò a celebrare la festa del Cuore di Maria, componendo i testi liturgici per la Messa; ma solo nel 1805 Papa Pio VII (Barnaba Chiaramonti, 1800-1823) decise di permetterne la celebrazione a tutti quelli che ne avrebbero fatto esplicita richiesta.
Nel 1864 alcuni vescovi chiesero al Papa (Beato Pio IX) la consacrazione del mondo al Cuore di Maria. La prima nazione che si consacrò fu l’Italia, in occasione del Congresso Mariano di Torino del 1897. Nel secolo XX nuovi avvenimenti prepararono il grande trionfo liturgico della devozione al Cuore di Maria e in particolare le apparizioni di Fatima e le rivelazioni fatte alla mistica portoghese Alessandrina de Balazar.
Il 31 ottobre 1942, nel venticinquesimo anniversario delle apparizioni di Fatima, il Venerabile Pio XII consacrava la Chiesa e il genere umano al Cuore Immacolato di Maria e, con il decreto del 1944, istituiva la festa universale del Cuore di Maria, fissando la celebrazione al giorno 22 agosto, ottava dell’Assunta, per invocare la pace. Successivamente, la celebrazione venne fissata, come memoria, il giorno dopo la solennità del Sacro Cuore di Gesù.
La vicinanza delle due feste riconduce a S, Giovanni Eudes, il quale nei suoi scritti non separò mai i due Cuori di Gesù e di Maria e sottolinea l’unione profonda della madre col Figlio di Dio fatto carne, la cui vita pulsò per nove mesi ritmicamente con quella del cuore di Maria.
La Liturgia della festa sottolinea il lavorio spirituale del cuore della prima discepola di Cristo e presenta Maria come protesa, nell’intimo del suo cuore, all’ascolto e all’approfondimento della parola di Dio. Maria medita nel suo cuore gli eventi in cui è coinvolta insieme a Gesù, cercando di penetrare il mistero che sta vivendo: conservare e meditare nel suo cuore tutte le cose, le fa scoprire la volontà del Signore, come un pane che la nutre nell’intimo, come un’acqua zampillante in un fecondo terreno. Con questo suo modo di agire, Maria ci insegna a nutrirci in profondità del Verbo di Dio, a vivere sfamandoci e abbeverandoci di lui e soprattutto a trovare Dio nella meditazione, nella preghiera e nel silenzio. Maria, infine, ci insegna a riflettere sugli avvenimenti della nostra vita quotidiana e a scoprire in essi Dio che si rivela, inserendosi nella nostra storia.
Fonte: Santi e Beati – Vangelo del giorno