Tenerezza, il senso profondo della “carità coniugale”

parrocchia san bernardino molfetta - tenerezza coppia amoris laetitia sensibilità delicatezza amore dono condivisioneTenerezza è la parola che racchiude in sé il senso più profondo della “carità coniugale” e abbraccia tutte le sfaccettature con le quali l’abbiamo riletta: coltivare contemplazione, reciprocità, eros e dono.

 

«Nell’orizzonte dell’amore, essenziale nell’esperienza cristiana del matrimonio e della famiglia, risalta una virtù, piuttosto ignorata in questi tempi di relazioni frenetiche e superficiali: la tenerezza» (AL 28).

Questa affermazione è posta all’inizio dell’esortazione apostolica “Amoris Laetitia” perché è indicativa, emblematica per la lettura dell’intero documento, in quanto auspica e confida che si riscopra la virtù della tenerezza per la felicità delle relazioni nuziali. Essa è la pulsazione dell’amore degli sposi e ne permette il rifiorire costante nella loro vita, è il legame che unisce gli sposi e i genitori tra loro e con i loro figli.

 

parrocchia san bernardino molfetta - tenerezza coppia amoris laetitia sensibilità delicatezza amore dono condivisioneCOSA VUOL DIRE VIVERE LA TENEREZZA?

Vivere la tenerezza è saper “tendere verso…”, dare con gioia affinché l’altro possa sentirsi amato nonostante limiti e fragilità. È quella sensibilità amorevole che fa superare crisi e incomprensioni, mette in circolo l’affetto, spegne ogni aggressività ed è imprescindibile per l’educazione e la sana crescita umana e cristiana delle nuove generazioni: di tenerezza sono assettati gli adolescenti dipendenti dal web. E non solo.

Immersi come siamo in relazioni spesso senza prossimità e anaffettive, tutti noi, uomini e donne del nostro tempo, così avaro di tenerezza, ne avvertiamo urgente il bisogno. Non è forse tempo di rivalutare e risignificare la tenerezza? Spesso confondiamo la tenerezza con qualcosa di sdolcinato, come un atteggiamento smielato, un eccesso di smancerie, di sentimentalismo, quasi ad esclusivo appannaggio delle donne, un fare più femminile, più materno.

 

LA TENEREZZA NUZIALE

Sembrerebbe non parlare all’universo maschile, impregnato di cultura dell’uomo forte, duro, razionale, diffidente verso il mondo dei sentimenti e delle loro manifestazioni. Ma la tenerezza non è un sentimento debole, non è sentimentalismo vuoto, diremmo tenerume: la tenerezza è fortezza, è delicatezza, è attenzione amorevole all’altro, appartiene all’essere della persona nelle sue esperienze di accoglienza, di dono, di condivisione e di responsabilità. Papa Francesco è particolarmente incisivo nel sottolineare:

 

«Non dobbiamo avere paura della tenerezza! […] Nei vangeli San Giuseppe appare come un uomo forte, coraggioso, lavoratore, ma nel suo animo emerge una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi al contrario denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, capacità di amore. Non dobbiamo avere timore della bontà, della tenerezza!» (Discorso inaugurale 19 marzo 2013).

Ecco un’esemplare figura di tenerezza nuziale! Sì, perché la tenerezza nuziale ha una sua spiritualità che si radica nel sacramento delle nozze: quello scambio del consenso matrimoniale che trasforma la persona dei due sposi nella loro relazione e li rende segno reale dell’unione di Cristo con la Chiesa, accettando di risposarsi ogni giorno, riscegliendosi e rinnamorandosi ad ogni stagione della vita.

 

parrocchia san bernardino molfetta - tenerezza coppia amoris laetitia sensibilità delicatezza amore dono condivisioneTENEREZZA E INDISSOLUBILITÀ

Il matrimonio è un grande viaggio, «un cammino dinamico di crescita e di realizzazione» (AL 37) «che avanza gradualmente con la progressiva integrazione dei doni di Dio» (AL 122), promettendosi e vivendo un amore mai fugace ed effimero, ma «un voler bene più profondo, con una decisione del cuore che coinvolge tutta l’esistenza. Così […] si mantiene viva ogni giorno la decisione di amare, di appartenersi, di condividere la vita intera e di continuare ad amarsi e perdonarsi» (AL 163), senza mai stancarsi di invocare lo Spirito Santo, chiedendone continua effusione di fuoco, grazia e forza per affrontare ogni nuova situazione.

Alla cultura del provvisorio, alle relazioni affettive in cui tutto è scartabile, ciascuno usa e getta, finché serve e poi addio, possiamo contrapporre la tenerezza nuziale del “per sempre” costruito con maturità affettiva, in un vincolo d’amore che si fonda sulla fedeltà di Dio e sulla Sua tenerezza, che è abbraccio, carezza e anche grembo, un amore viscerale per i suoi figli, un amore paterno e materno insieme nel connubio tra forza e dolcezza, che non viene meno e non si stanca mai di noi.

Questa è l’indissolubilità del “mistero grande” delle nozze, in cui Dio abita la tenerezza di coppia, perché sin dal momento in cui ci si sposa non si è soli, ma già in tre: Dio ci conduce ad incontrarci e ci consegna l’uno all’altra. Così, amandoci nel Signore, si vive alla sua presenza, lo si riconosce e lo si loda con tutta la vita. Ci tocca un compito: la “rivoluzione della tenerezza”! E non alla ricerca di chissà quali eclatanti gesti teneri, ma sprigionando tenerezza nelle parole, negli atteggiamenti, nei silenzi; la tenerezza si deve percepire, sentire e si deve vedere ed essere riconosciuta sui volti, negli sguardi!

La tenerezza nuziale è feconda, ci genera come persone che si sentono reciprocamente amate e apprezzate, prima ancora della nascita dei figli, di generare la vita e di educare la vita. Narriamo la vita all’insegna della tenerezza: “la forza dell’amore umile”! (Dostoevskij).

 

—————————-

Cassiana Albanese
consulente familiare

Created with Visual Composer