Il sogno che l’essere umano da sempre ha coltivato e mai realizzato è diventato realtà nel mattino di Pasqua: il peccato e la morte sono state sconfitte da Cristo nel quale, anche noi, siamo figli nel Figlio. Cristo è il vivente e non muore più ed è causa di salvezza per coloro che credono, amano e sperano in Lui. In Cristo siamo viventi anche noi, partecipando del dinamismo dell’amore che manifesta la stessa natura di Dio. In tal modo, siamo portatori di una mentalità nuova capace di sfaldare la logica del dare e dell’avere e di instaurare una cultura della caritas sine modo.
Pertanto la Pasqua di Gesù è la nostra resurrezione da una vita caratterizzata dalla paura, dall’angoscia, dall’odio, dalla vendetta, dall’egoismo verso un’esistenza che diventa capace di generare la pace. Cristo in noi è sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna (cfr. Gv 4,14) per cui, camminando nella fede, siamo resi capaci di sperare contro ogni speranza (cfr. Rm 4, 18) e di vedere con occhi nuovi, con la luce che è Dio. Di tale luce il mondo ha bisogno: per cui i cristiani risplendono come astri (Fil 2,15). Ma la luce risplende in noi solo se siamo uniti a Cristo ascoltando e ubbidendo alla sua parola e a quella della Chiesa che ci parla in suo nome.
In un mondo segnato dalla precarietà degli affetti e delle relazioni, in cui il bello viene barattato con il piacere, il buono con l’utile, il vero con il visibile e in nome della libertà si viene meno al rispetto della vita propria ed altrui, fino ad opporsi a qualsiasi tentativo di dar voce a chi non ha voce, volendo far tacere la coscienza di chi si oppone a ogni forma di morte, i cristiani sanno donare un senso nuovo alla storia.
Oggi, in questo nostro tempo, Cristo come vero buon Samaritano dona il suo amore e la speranza a quanti soffrono nel corpo e nello spirito, ai poveri, ai malati, agli anziani soli, a coloro che non hanno una terra e una casa, ai figli che hanno perso la bellezza di una famiglia unita, agli uomini e alle donne in cerca di lavoro, a coloro che hanno rifiutano il sommo bene che è Dio, a quelli che vivono nel male, nel peccato e nell’indifferenza verso il prossimo. Soprattutto ai giovani, che molto spesso sono tentati dal mito dell’alcool, del fumo, del piacere sessuale, della droga, ma che altrettante volte sono attanagliati anche dallo scoraggiamento e dalla paura dinanzi alle brutture del mondo, Cristo con voce forte e suadente ripete: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23). E alle famiglie nate dal matrimonio tra un uomo e una donna, che nel nostro Paese non sono sostenute da leggi “eque e solidali”, e agli sposi che desiderano un figlio ma che le lungaggini burocratiche rendono un dono illegittimo, lo stesso Signore Risorto invita alla testimonianza coraggiosa nella consapevolezza che Gesù è con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (cfr. Mt 28, 20).
Questo non è il tempo per i rimpianti, le accuse o le denunce sterili, ma l’occasione per mettersi in cammino sempre pronti a rendere ragione della speranza che è in noi (cfr. 1Pt 3,15).
Buona Pasqua! Cristo è veramente risorto. Alleluia.
di don Pasquale Rubini (parroco)