Per il cristiano è centrale coltivare un rapporto intimo e intenso con Gesù Cristo, sempre teso a riorientare la propria esistenza alla luce del Vangelo. Questa prospettiva ci induce a vivere in pienezza il proprio “qui ed ora” nel cammino spirituale della nostra comunità parrocchiale.
Coltivare la vita interiore significa essere capaci di fare silenzio dentro di noi, per leggere le diverse situazioni alla luce della fede, per riuscire a interrogarci sul senso di quanto accade in noi e intorno a noi, così da essere in grado di scegliere e agire consapevolmente, mossi non da impulsi estemporanei, ma da motivazioni profonde.
Perciò, in questo settimo appuntamento della Rubrica “Stili di Vita alla luce del Vangelo” – tratta delle Catechesi “Rise UP” della GMG 2023 – riaccendiamo l’attenzione sulla cura dell’interiorità e, in particolare, su quanto sia importante accostarsi con regolarità al Sacramento della Riconciliazione.
TUTTO È POSSIBILE
I sacramenti sono segni preziosi nati per sostenere il cammino dell’uomo, per porre tracce fragili, discrete della presenza di Dio a fianco dei suoi figli. Sono attimi di grazia in cui il cielo si squarcia e il Signore si rivela prossimo, nascosto nel cuore di chi crede.
Riconoscere la sua presenza misericordiosa e benevola è la condizione necessaria per vivere il sacramento della Riconciliazione. È anche la forza che sostiene il peso dei peccati ed é la promessa di una vita libera, felice, capace di entusiasmo e gratitudine.
Questo che compie la fede: cambiare lo sguardo su di sé e sul mondo per avvicinarlo il più possibile allo sguardo che Dio ha su di te e sul mondo. Quanto sei riconoscente per ciò che hai ricevuto nella vita? Quante volte ti lamenti di ciò che non hai? Metti alla prova i tuoi desideri? Ti chiedi se sono giusti, equi, fraterni? A chi chiedi aiuto? Nella preghiera fai crescere la tua gratitudine? La tua e una vita grata? E una vita gratuita?
C’È DELL’ALTRO
La cura della propria interiorità è la responsabilità di ogni battezzato. Così come si impara a pregare, pregando, combattendo il silenzio e non accontentandosi delle parole insegnate da altri, altrettanto è necessario dedicare del tempo a scoprire e conoscere quel santuario interiore che è il proprio cuore.
E qui che ha casa il mistero di ciascuno, l’origine della nostalgia di Infinito, il luogo dell’incontro con l’Altissimo. Quanto tempo dedichi alla preghiera? Quante volte ti è più facile occuparti d’altro? In che modo la preghiera cambia il tuo sguardo e le tue azioni? In cosa chiedi a Dio di aiutarti per migliorarti? Cos’è che ti tiene lontano dai tuoi fratelli e sorelle? Quali sono le scappatoie che dovresti rinunciare a percorrere per essere presente a te stesso e al mondo? Credi che il Signore e la forza che può cambiare la tua vita?